Appropriatezza prescrittiva nell'uso dei NAO
Sperando di fare cosa utile vi segnaliamo una revisione critica sull'appropriatezza prescrittiva nell'utilizzo dei Nao a dieci anni dalla loro introduzione in terapia, proposta dal Collega De Stefano del Centro Studi della SICOA (Società Italiana di Cardiologia Ospedaliera Accreditata).
Graduatoria zone carenti Regione Lazio 2022
E' stata pubblicata la graduatoria regionale delle zone carenti del Lazio per la Medicina Generale relativa al 2022.
Potete consultarla o scaricarla attraverso questo link.
Il burn-out dei medici e recenti proposte di risposta
E’ di comune evidenza come negli ultimi due anni le condizioni di vita di chi esercita una attività di tipo sanitario siano sensibilmente peggiorate in tutto il mondo, non solo in Italia.
La letteratura anglosassone di questi giorni prende una posizione molto dura verso gli stakeholders sia pubblici (1) che privati e dai privati(2), ma con valenza generale, vengono delle indicazioni su come rispondere adeguatamente a queste situazioni che compromettono severamente anche l’assistenza sanitaria alle popolazioni.
In un editoriale del BMJ del 29 Luglio c.a. l’autore, K Abbasi, affronta con durezza le carenze delle risorse promosse dal governo Johnson per risolvere la situazione in essere. (1)
“Quando si dice basta? Medici e altri lavoratori del settore pubblico del Regno Unito hanno concluso che il tempo è adesso, in una vertenza salariale che si trasformerà a partire da una calda estate in un autunno e in un inverno di malcontento. Le pressioni sulla forza lavoro e il burn-out del personale sono al limite, a livelli senza precedenti. La ristrutturazione del SSN va comprensibilmente incontro alla "fatica del cambiamento" afferma Abbasi, ma l'effetto sul personale si manifesta in esiti peggiori ed esperienze frustranti per pazienti, situazioni la cui logica evidente sembra essere sfuggire al potere. “Se vuoi una foto del futuro”, scrisse George Orwell in “1984”, “immagina uno stivale che calpesta un volto umano, per sempre”. Sembra che Orwell stesse immaginando i servizi sanitari nel 2022.”
Anosmia e deficit cognitivo
Durante il recente congresso svolto a San Diego dall'Alzheimer's Association sono stati presentati i risultati di uno studio che ha coinvolto circa 800 pazienti over 60 senza deficit cognitivi precedenti all'infezione da Covid. Lo studio condotto dalla ricercatrice Gonzales-Alemàn dell'Università Pontificia di Buenos Aires ha evidenziato come due terzi deli soggetti guariti dal Covid hanno riportato problemi di performances cognitive dopo la guarigione persistenti anche a distanza di tre mesi dalla guarigione, inoltre nella metà del campione la gravità di tali disturbi interferiva in maniera grave sulla vita quotidiana.
Tali manifestazioni sarebbero derivanti dalla capacità dei coronavirus di creare dei nanotunnel dalle cellule olfattive verso i neuroni, meccanismo confermato da esperimenti condotti presso l'Istituto Pasteur in Francia e pubblicati su Science Advances. Ulteriori studi in corso potrebbero confermare l'origine dei meccanismi attraverso cui si produce spesso nei soggetti guariti dall'infezione la cosidetta "brain fog" , la cui entità ed impatto sulle capacità cognitive e sulla qualità di vita dei soggetti non è sempre proporzionale alla gravità dell'infezione stessa.
Come un drone può salvarti la vita
L'incidenza della morte cardiaca improvvisa in Italia, come nel resto del mondo industrializzato, è pari all'1x1000 con un numero annuale di morti che oscilla fra i 50000 ed i 60000. E' cognizione comune come la possibilità di aumentare la sopravvivenza in questi eventi dipende dalla tempestività dell'intervento di soccorso, considerando che ogni minuto di ritardo riduce del 10% la probabilità di sopravvivenza. Eventi di questo tipo che intervengono in qualsiasi fascia di età da quella pediatrica a quella adulta ed anziana necessitano soprattutto nell'età adulta della possibilità di avere a disposizione nell'immediatezza un DAE (defibrillatore semiautomatico esterno), così come previsto dal terzo anello della cosiddetta "catena della sopravvivenza".
La possibilità di avere a disposizione il più precocemente possibile, idealmente entro 8-10 minuti dal tempo zero nei casi di arresto cardiaco extraospedaliero, un DAE assicura, dati mondiali alla mano, un possibilità di sopravvivenza pari al 50-60%, contro un 5-6% di un intervento effettuato solo con le manovre di rianimazione cardiorespiratoria.
Recenti segnalazioni di epatiti atipiche in età pediatrica
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ad inizio aprile ha segnalato alcuni casi di epatiti atipiche in età pediatrica, prevalentemente tra i 2 ed i 5 anni. Il numero totale in data 21aprile assomma a 169 casi (114 nel Regno Unito, 13 in Spagna, 12 in Israele, 9 negli USA, 6 in Danimarca, 5 in Irlanda, 5 in Olanda, 4 in Italia, 2 in Norvegia, 2 in Francia, 1 in Romania e 1 in Belgio). I casi segnalati hanno un'età compresa tra 1 mese e 16 anni. Diciassette bambini (circa il 10%) hanno richiesto un trapianto di fegato; è stato segnalato almeno un decesso. Il quadro clinico di esordio è stato caratterizzato da nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, a cui ha fatto seguito l'aumento notevole delle transaminasi e l'ittero non accompagnati da rialzo febbrile. L'agente etiologico non è nessuno di quelli responsabili dell'epatite A, B, C, D ed E, mentre in 74 casi è stato identificato un adenovirus, successivamente tipizzato in 18 soggetti come sierotipo 41. In 19 pazienti è stata identificata anche una coinfezione con SARS-Cov2, mentre risulta escluso qualsiasi legame con i vaccini anti-coronavirus in quanto nessun soggetto era stato vaccinato contro tale microorganismo.
L'isolamento dell'adenovirus lo indica come possibile causa scatenante del quadro clinico, ma non spiega integralmente la situazione in quanto tale presentazione clinica è del tutto anomala rispetto a quella classica caratterizzata da un interessamento prevalente a carico delle alte vie respiratorie, diarrea, vomito e febbre. L'OMS ha stabilito come criteri diagnostici i seguenti:
Contributo del Collega Petrazzuoli della sezione SNaMID di Caserta sulla ricerca in Medicina Generale
Nel numero 3 di aprile della rivista M.D. è stato pubblicato come editoriale un contributo originale del Collega Ferdinando Petrazzuoli della sezione SNaMID di Caserta sul tema della ricerca in Medicina Generale. Tra l'altro, il Collega ha affermato "Oggi la Medicina Generale (MG) in Italia sta diventando sempre meno attrattiva per i giovani medici. I fattori che scoraggiano sono la burocrazia trasformatasi da burocrazia cartacea a burocrazia digitale, i carichi di lavoro, la mancata possibilità di carriera. La MG in Italia sta ancora cercando il pieno riconoscimento accademico a differenza della quasi totalità dei Paesi europei ove questo è già avvenuto da un pezzo, indipendentemente dallo status lavorativo del Mmg: convenzionato o dipendente. Lo sviluppo della Medicina Generale accademica può aiutare a rendere la disciplina più attraente per gli studenti di Medicina e dei giovani medici. La riforma delle cure territoriali dovrebbe prendere questo in considerazione, permettendo flessibilità di organizzazione del lavoro e lasciando ai medici di assistenza primaria, impegnati nell’insegnamento e nella ricerca del tempo protetto per poter svolgere questi compiti accademici". Vi invitiamo quindi alla lettura integrale dell'editoriale per riflettere sulle prospettive di questa tematica soprattutto dal punto di vista dei Colleghi più giovani che si affacciano a questo mondo e che rischiano di vedere frustrato il loro entusiasmo iniziale dalla congerie di compiti e responsabilità che poco hanno a che vedere con quanto studiato e che invece potrebbe trovare una spinta ideale e una motivazione forte dal riconoscimento delle potenzialità della Medicina Generale nel campo della ricerca real life, Framingham docet.
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