Nuova ipotesi sul determinismo della malattia di Alzheimer
Una nuova ipotesi sul determinismo dello sviluppo della malattia di Alzheimer sembrerebbe scaturire dai risultati di uno studio del Rensselaer Polytechnic Institute, frutto della collaborazione tra Stati Uniti e Cina, che ipotizzerebbe essere l'eparan solfato come molecola impiegata nella rimozione della beta amiloide, il cui accumulo a livello neuronale da mancata rimozione sarebbe all'origine della malattia che colpisce la mondo circa 55 milioni di soggetti di cui circa il 75% non ha causa nota. Ricordiamo che la malattia è la forma più diffusa di demenza senile, ma la cui conferma diagnostica sarebbe puramente autoptica, mentre in vita il determinante più accreditato anche per l'ipotesi di diagnosi sarebbe l'accumulo della beta amiloide-42 . In Italia circa 500 mila sono i soggetti colpiti con una incidenza del 5% nei soggetti over 60 con una aspettativa media di vita dalla diagnosi di sette anni, periodo in cui problemi di memoria, di pensiero e di comportamento si sviluppano lentamente e peggiorano con il passare del tempo, a tal punto da diventare talmente gravi da interferire con le normali attività quotidiane con drammatiche ripercussioni non solo sul paziente, ma anche sulla famiglia o sui caregiver dello stesso.
Pericolosità del paracetamolo nel trattamento del dolore cronico per i pazienti cardiopatici
Un recente studio pubblicato sul numero di febbraio di Circulation ha evidenziato come trattamenti prolungati per il dolore cronico con paracetamolo possono essere rischiosi per soggetti cardiopatici, in particolare ipertesi dove i risultati sembrano evidenziare un aumento del rischio di infarto ed ictus. Lo studio ha monitorizzato 110 pazienti dei quali due terzi in terapia per ipertensione che sono stati invitati ad assumere 4 g/die di paracetamolo per due settimane e compresse di placebo per altre due settimane. Si è dimostrato che nel periodo di assunzione del principio attivo c'è stato un aumento significativo dei valori pressori, noto fattore di rischio per l'insorgenza di eventi acuti. Non è ancora chiaro il nesso tra l'assunzione del paracetamolo ed i meccanismi che inducono il rialzo pressorio, ma questi dati devono indurre a considerare con attenzione l'utilizzo di questo farmaco in alcune indicazioni, come il dolore cronico, per tempi prolungati ed elevati dosaggi.
Certificato esenzione vaccinale va acquisito in formato digitale
Questo il testo del Comunicato n. 5 del 9 febbraio 2022 del Ministero della Salute:
Ai sensi del DPCM del 4 febbraio 2022 le certificazioni di esenzione dalla vaccinazione anti COVID-19 sono emesse, dal 7 febbraio 2022, esclusivamente in formato digitale in modo analogo a quanto già avviene per le Certificazioni verdi COVID-19 ("Green Pass") e avranno validità sul solo territorio nazionale. Chi è già in possesso di un certificato di esenzione cartaceo deve ora richiedere la nuova certificazione con il QR code analogo a quello delle Certificazioni verdi COVID-19. Fino al 27 febbraio sarà possibile usare sia le precedenti certificazioni cartacee, sia quelle digitali. Ma dal 28 febbraio sarà necessario avere il certificato in formato elettronico per accedere a luoghi e servizi dove è richiesta la Certificazione verde COVID-19.
L'attestazione di esenzione con il codice CUEV, che genera la certificazione di esenzione con il QR code, è rilasciata, a titolo gratuito e su richiesta dell'assistito, dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta, da medici vaccinatori delle strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate e dai medici USMAF o medici SASN operativi nella campagna di vaccinazione anti Covid-19. Alla certificazione è associato un codice univoco di esenzione dalla vaccinazione (CUEV) attraverso cui si potrà scaricare la certificazione di esenzione digitale con il QR code. Verrà inoltre inviato, via SMS o email, ai recapiti indicati dall’assistito, un codice AUTHCODE, che può essere utilizzato in alternativa al codice CUEV per scaricare la certificazione attraverso gli stessi canali attualmente utilizzati per ottenere il Green Pass.
La APP verificaC19 è già predisposta per il loro riconoscimento in piena sicurezza. Si tutela in questo modo il diritto alla privacy dei cittadini esenti e si rendono più rapide le operazioni di verifica.
Hanno diritto al certificato di esenzione tutti coloro che, per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate, non possono essere vaccinati o per cui la vaccinazione debba essere differita. La validità delle certificazioni di esenzione dipende dalla specifica condizione clinica che ne ha giustificato il rilascio ed è indicata nella certificazione stessa. In caso di sopravvenuta positività a SARS-CoV-2 anche le certificazioni di esenzione sono revocate e poi riattivate automaticamente con la guarigione.
Sentenza del Consiglio di Stato contraria al diritto dei sanitari novax
Il Consiglio di Stato Sez. III, Decr 02-12-2021, n. 6401, si è pronunciato in merito al ricorso presentato da un sanitario contrario alla vaccinazione anti-covid, ribadendo che "la prevalenza del diritto fondamentale alla salute della collettività rispetto a dubbi individuali o di gruppi di cittadini sulla base di ragioni mai scientificamente provate, assume una connotazione ancor più peculiare e dirimente allorché il rifiuto di vaccinazione sia opposto da chi, come il personale sanitario, sia - per legge e ancor prima per il cd. "giuramento di Ippocrate"- tenuto in ogni modo ad adoperarsi per curare i malati, e giammai per creare o aggravare il pericolo di contagio del paziente con cui nell'esercizio della attività professionale entri in diretto contatto. Del resto, soltanto la massiva vaccinazione anche ed anzitutto di coloro che entrano per servizio ordinariamente in contatto con altri cittadini, specie in situazione di vulnerabilità, rappresenta una delle misure indispensabili per ridurre, anche nei giorni correnti, la nuovamente emergente moltiplicazione dei contagi, dei ricoveri, delle vittime e di potenzialmente assai pericolose nuove varianti; quanto ora sottolineato, anche sotto il profilo del danno irreparabile, indica che, semmai, esso sarebbe incomparabilmente più grave per la collettività dei pazienti e per la salute generale, rispetto a quello lamentato dall'operatore sanitario sulla base di dubbi scientifici certo non dimostrati a fronte delle amplissimamente superiori prove, con l'erogazione di decine di milioni di vaccini solo nel nostro Paese, degli effetti positivi delle vaccinazioni sul contrasto alla pandemia e alla sue devastanti conseguenze umane, sociali e di deprivazione della solidarietà quale principio cardine della nostra Costituzione".
Anche lo SNAMI proclama lo stato di agitazione
Pubblichiamo la lettera con la quale SNAMI ha indetto lo stato di agitazione come critica alla convenzione 2016-2018.
“I Medici di Medicina Generale continuano a sopperire alle inefficienze del sistema. Le proposte avanzate appaiono confuse e spesso in contraddizione tra di loro; a ciò si aggiunge che tali misure proposte dovranno innestarsi all’interno della missione 6 del PNRR che appare come un mero investimento immobiliare sul territorio senza alcuna attenzione al personale medico”. Per il testo completo seguite il link duindicato.
Modificati i termini di quarantena
Con una circolare del 4 febbraio il Ministero della Salute ha modificato i termini per la quarantena dopo contatti ad alto rischio. Per chi ha la terza dose o ha completato il ciclo vaccinale primario entro 120 giorni, o è guarito entro 120 giorni, o è guarito dopo il completamento del ciclo primario e risulta positivo asintomatico niente quarantena, ma solo autosorveglianza per 5 giorni e test di verifica solo alla comparsa dei sintomi. Per tutti gli altri scatta la quarantena, che scende però da 10 a 5 giorni, e per uscirne servirà un test negativo.
EMA raccomanda l’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni per Paxlovid
L’AIFA ha pubblicato il giorno 27 c.m. il seguente comunicato:
Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato il rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni per Paxlovid (PF-07321332 /ritonavir), un’antivirale orale indicato per il trattamento di COVID-19. L’azienda richiedente è Pfizer Europe.
Il Comitato ha raccomandato l’autorizzazione del medicinale per il trattamento di COVID-19 in adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progredire verso la forma grave della malattia.
Contiene due principi attivi, PF-07321332 e ritonavir, presenti in due compresse distinte. PF-07321332 agisce riducendo la capacità del SARS-CoV-2 (il virus responsabile di COVID-19) di replicarsi nell’organismo, mentre ritonavir prolunga l’azione di PF-07321332, permettendogli di rimanere più a lungo nell'organismo a livelli tali da avere effetti sulla replicazione del virus.
Per giungere alle sue conclusioni, il CHMP ha valutato i dati provenienti da uno studio che ha coinvolto pazienti con COVID-19 e da cui è emerso che Paxlovid ha ridotto sensibilmente il ricovero in ospedale e il decesso in coloro che presentano almeno una condizione di base che li espone al rischio di sviluppare la forma grave della malattia. L'analisi è stata effettuata su pazienti che hanno ricevuto Paxlovid o placebo entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi della malattia, e che non avevano ricevuto, né era previsto che ricevessero, un trattamento con anticorpi. Nel corso del mese successivo al trattamento, lo 0,8% (8 su 1039) dei pazienti trattati con Paxlovid è stato ricoverato per più di 24 ore, rispetto al 6,3% (66 su 1046) di coloro che avevano ricevuto placebo. Non sono stati segnalati decessi nel gruppo Paxlovid, rispetto ai 9 del gruppo placebo.
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