Come un drone può salvarti la vita

L'incidenza della morte cardiaca improvvisa in Italia, come nel resto del mondo industrializzato, è pari all'1x1000 con un numero annuale di morti che oscilla fra i 50000 ed i 60000. E' cognizione comune come la possibilità di aumentare la sopravvivenza in questi eventi dipende dalla tempestività dell'intervento di soccorso, considerando che ogni minuto di ritardo riduce del 10% la probabilità di sopravvivenza. Eventi di questo tipo che intervengono in qualsiasi fascia di età da quella pediatrica a quella adulta ed anziana necessitano soprattutto nell'età adulta della possibilità di avere a disposizione nell'immediatezza un DAE (defibrillatore semiautomatico esterno), così come previsto dal terzo anello della cosiddetta "catena della sopravvivenza".

La possibilità di avere a disposizione il più precocemente possibile, idealmente entro 8-10 minuti dal tempo zero nei casi di arresto cardiaco extraospedaliero, un DAE assicura, dati mondiali alla mano, un possibilità di sopravvivenza pari al 50-60%, contro un 5-6% di un intervento effettuato solo con le manovre di rianimazione cardiorespiratoria. 

Purtroppo spesso le condizioni legate al traffico stradale rendono difficile l'arrivo dei soccorsi tempestivo, mentre in Italia la normativa ancora non completamente applicata mette a disposizione della cittadinanza un numero di DAE largamente inferiori a quelli necessari per costruire una rete territoriale equamente distribuita sul territorio. Per ovvia a queste problematiche l'attuale tecnologia può dare un aiuto tramite il trasporto dei DAE dove occorre utilizzando i droni, apparecchi in grado di bypassare le problematiche di accesso e traffico stradale. Per testare la fattibilità di questo approccio è stato svolto uno studio prospettico in Svezia con l'utilizzo di tre droni dotati di DAE sono stati collocati all'interno di uno spazio aereo controllato in Svezia, coprendo circa 80.000 abitanti (125 km2). L’endpoint primario era la percentuale di consegne di DAE riuscite quando i droni venivano spediti in caso di sospetto arresto cardiaco extraospedaliero. Tra gli endpoint secondari c'era la proporzione di casi in cui i droni AED sono arrivati ​​prima dell'ambulanza e il vantaggio in termini di tempo rispetto all'ambulanza.

Nel periodo di studio 14 casi erano idonei per l'invio durante il periodo di studio in cui i droni AED sono decollati in 12 allarmi per sospetto arresto cardiaco extraospedaliero, con una distanza mediana dalla posizione di 3,1 km .La consegna dell'AED è stata fattibile entro 9 m dal luogo e ha avuto successo in 11 allarmi (92%). I droni AED sono arrivati ​​prima delle ambulanze nel 64%, con un vantaggio di tempo mediano di 01:52 min quando il drone è arrivato per primo. In altri 61 voli di prova, la percentuale di successo nella consegna dell'AED è stata del 90% (55/61). I dati preliminari indicano quindi che un approccio simile è sufficientemente vantaggioso in termini di velocità ed accuratezza della consegna, anche se è possibile migliorare ancora questi risultati.