Dichiarazione del Presidente Nazionale SNaMID a margine del 33° Congresso nazionale di Roma
A margine dei lavori del 33° Congresso Nazionale SNaMID in svolgimento a Roma, il Presidente Nazionale Alfredo Cuffari, attraverso il sito www.politicamentecorretto.com ha affermato che: “Vogliamo fare un richiamo alla necessità di riformare e di rivedere la formazione in medicina generale, che oggi è la Cenerentola della formazione. Perché i colleghi, pur facendo un lavoro impegnativo ed importante, hanno riconoscimenti normativi ed economici assolutamente risibili rispetto alle altre specialità mediche: una borsa di studio al 50%, nessuna tutela per la maternità, nessuna tutela per la malattia”. Inoltre “Un successivo intervento deve essere fatto sui programmi: deve esserci uniformità su tutto il territorio nazionale, perché l’autonomia regionale è importante, ma i pazienti sono uguali da Trento a Lampedusa, e hanno diritto ad avere lo stesso tipo di assistenza. Si possono modulare gli assetti organizzativi sulla base delle situazioni locali, ma è molto importante avere uguali diritti e uguali opportunità- ha sottolineato Cuffari- Questi sono i due grandi temi, che declineremo poi nell’ambito delle attività e delle problematiche cliniche: terapia del dolore, scompenso cardiaco, patologie cardiache croniche, diabete, malattie infettive e prevenzione, con le attività vaccinali, sottolineando il ruolo della medicina generale nello sfatare falsi miti e nel promuovere attività vaccinali. Non solo rispetto all’influenza, ma anche per lo pneumococco, per l’herpes zoster e per la vaccinazione antitetanica: tutti i bambini la fanno, ma questo ciclo di richiami poi si interrompe. Sul lavoro vengono vaccinati i lavoratori a rischio, ma tante persone non ottengono più la vaccinazione, e abbiamo ancora in Italia dei morti per tetano”.
Cuffari ha poi spiegato che, durante il congresso, “ci confronteremo sulle problematiche relative le rinnovate attività nell’ambito della medicina generale. Quello che ci teniamo a sottolineare è la possibilità di lavorare insieme, di confrontarsi con le altre professionalità mediche ma anche con gli infermieri sul territorio, in una rinnovata sfida di assistenza territoriale per essere sempre più vicini alle necessità del cittadino”.