Anosmia e deficit cognitivo

Durante il recente congresso svolto a San Diego dall'Alzheimer's Association sono stati presentati i risultati di uno studio che ha coinvolto  circa 800 pazienti over 60 senza  deficit cognitivi precedenti all'infezione da Covid. Lo studio condotto dalla ricercatrice Gonzales-Alemàn dell'Università Pontificia di Buenos Aires ha evidenziato come due terzi deli soggetti guariti dal Covid hanno riportato problemi di performances cognitive dopo la guarigione persistenti anche a distanza di tre mesi dalla guarigione, inoltre nella metà del campione la gravità di tali disturbi interferiva in maniera grave sulla vita quotidiana.

Tali manifestazioni sarebbero derivanti dalla capacità dei coronavirus di creare dei nanotunnel dalle cellule olfattive verso i neuroni, meccanismo confermato da esperimenti condotti presso l'Istituto Pasteur in Francia e pubblicati su Science Advances. Ulteriori studi in corso potrebbero confermare l'origine dei meccanismi attraverso cui si produce spesso nei soggetti guariti dall'infezione la cosidetta "brain fog" , la cui entità ed impatto sulle capacità cognitive e sulla qualità di vita dei soggetti non è sempre proporzionale alla gravità dell'infezione stessa.