Comunicato intersindacale dopo la conferenza stampa del 27 gennaio
Le OOSS SMI-SNAMI-SUMAI dichiarano lo stato di agitazione della categoria e si vedono costretti allo sciopero se la Regione non condivide la volontà di ridurre la burocrazia e l’impegno delle ASL ed altri operatori (Farmacie in primis, oltre ai SISP ed una semplificazione delle procedure per la registrazione dei dati relativi a certificazioni, Green pass, etc), fino all’indizione di uno sciopero.
La Medicina Generale del Lazio al collasso. Lasciati soli ad aiutare i pazienti sotto una montagna di carte e funzioni amministrative. Le Scriventi organizzazioni sindacali denunciano la gravissima condizione nella quale sono costretti ad operare i MMG del Lazio. Due anni d’impegno nella pandemia da SARS COV2, nella quale i Medici di Medicina Generale, nel Lazio ed in tutta Italia, accanto ai colleghi Ospedalieri, Medici dei servizi e Specialisti ambulatoriali, hanno pagato il più alto contributo in termini di decessi causa contagio da COVID. Mai alcun riconoscimento per la professionalità e la capacità organizzativa della Medicina territoriale, che è stata fondamentale, invece, per fronteggiare le criticità di tanti pazienti che sono stati seguiti e curati a domicilio: oltre il 92% dei pazienti è rimasto a casa. Chi ha continuato a curarli ? a prescrivergli le terapie ? Chi ha risposto alle loro numerose esigenze?
Nessuna tutela è stata posta in essere non solo per il MMG ma anche per i pochi collaboratori di studio autorizzati dalla nostra Regione. La maggior parte dei colleghi neo assunti, quei pochi che non scappano appena si rendono conto del caos e dell’abbandono reale in cui opera il Mmg, non ha la possibilità di avvalersi di un collaboratore di studio. È facile comprendere come l’attività clinica quotidiana a tutela dei nostri anziani, dei pazienti cronici assieme a tutte le altre attività, sono state completamente stravolte aggiungendo altre mansioni anche per una tangibile carenza di risposte da parte delle ASL.
Ma riportiamo alcuni dati: 278.577 pazienti positivi nel Lazio sono a casa seguiti solo medici di medicina generale. Risultano, invece, 2270 ricoverati e/o in terapia intensiva. Meno dello 0.8%. Questo significa che ognuno dei 4000 medici di medicina generale segue al domicilio mediamente 70 pazienti affetti da covid e/o positivi ai quali vanno aggiunti 280/ 350 pazienti congiunti, contatti da tracciare, isolare, quarantene etc. Un carico insostenibile! Tradotto in termini operativi significa: telefonate continue, messaggi WhatsApp ed e-mail che arrivano ad ogni ora del giorno e della notte senza alcuna distinzione tra festivi, notturni e via dicendo. Richieste di info, terapie e innumerevoli certificazioni che vanno dall’isolamento alle guarigioni, il sovraccarico dei Green pass, non registrati da altri soggetti che li eseguono, oltre al caos in ambito scolastico. Considerando una media per reparto COVID di 10-20 pazienti alla medicina generale si sta chiedendo di gestire in totale solitudine l’equivalente di circa 4 /10 reparti Covid!
Tutto ciò determina: uno sfibrante prolungamento dell’attività del Medico anche oltre le 12-14 ore al giorno, senza alcuna sosta . Continue contestazioni da parte dei pazienti per incapacità a comprendere le responsabilità del Medico, sia medico-legali, che amministrative e di salute pubblica; spesso le proteste si trasformano in minacce o aggressioni. La categoria è ormai allo stremo e non comprende come mai la Regione Lazio continui a emettere disposizioni senza alcun confronto con le OOSS di categoria, nonostante le continue sollecitazioni ad un confronto che permetterebbe un miglioramento del sistema assistenziale e la possibilità per i Mmg di concentrarsi sull’attività clinica migliorando l’assistenza sul territorio. Oggi denunciamo che siamo arrivati ad uno stato critico che inficia la nostra operatività ed il nostro stato di salute, per le continue sollecitazioni e per la burocrazia, cresciuta in maniera intollerabile. Ci troviamo ad affrontare, da soli senza idoneo supporto, denunce e minacce dai pazienti o sanzioni amministrative dalla ASL. Per tale motivo lanciamo un “grido di dolore” e pur sapendo quale sia l’attuale situazione pandemica nella nostra Regione, nostro malgrado, siamo costretti a dichiarare lo stato di agitazione della categoria e, qualora non venissimo immediatamente sentiti dalla Regione, daremo seguito a tutte quelle iniziative necessarie per garantire ai colleghi il rispetto dei diritti minimi previsti per tutti i lavoratori (rispetto dell’orario di lavoro, dei turni e giorni di riposo dal lavoro, sgravio di inutili funzioni ripetitive che dovrebbero essere garantite dai sistemi informativi regionali e nazionali) e il diritto di cura ed assistenza per i cittadini laziali:
STOP a cellulari e mail dalle 20 fino alle 8 del mattino. Stop a cellulari e mail nei festivi e dalle 10 del sabato. Alle Direzioni Sanitarie della ASL e alla Regione Lazio invieremo con PEC tutte le nostre istanze della Medicina Generale, e delle quali siamo fatti oggetto; a solo titolo esemplificativo: Greenpass bloccati, vaccini effettuati all’estero e non registrati in Italia; vaccinazioni non registrate nel sistema nonostante i corretti inserimenti; registrazione tamponi effettuati da altri soggetti, richieste dalla scuole per quarantene, DAD e via dicendo.
Quanto sopra fino allo sciopero con chiusura degli studi, qualora le nostre richieste non venissero accettate.
Durante la conferenza stampa sono stati presentati anche dei grafici che, estrapolando l'esperienza lavorativa di diversi MMG, rappresenta bene l'andamento esponenziale in crescita dell'impegno lavorativo di un medico di medicina generale negli ultimi due anni.