Revisione della nota 96 sulla prescrivibilità della vitamina D

L'AIFA ha pubblicato una circolare che modifica i criteri di prescrivibilità della vitamina D a carico del SSN. Come è noto, la a funzione primaria del calcitriolo è di stimolare a livello intestinale l’assorbimento di calcio e fosforo, rendendoli disponibili per una corretta mineralizzazione dell’osso. In ambito clinico, esiste una generale concordanza sul fatto che la vitamina D promuova la salute dell’osso e, insieme al calcio (quando indicato), contribuisca a proteggere dalla demineralizzazione (in particolare negli anziani). L'indicatore generalmente riconosciuto come valore per definire eventuali carenze è il livello di 25OH D. C'è generale concordanza sulla inappropriatezza dello screening esteso alla popolazione generale. la ricerca andrebbe svolta a solo in presenza di fattori di rischio per carenza e quando risulti indispensabile nella gestione clinica del paziente.

il dosaggio non dovrebbe essere inserito nella lista degli esami di routine e dovrebbe essere riservato ad un ristretto numero di pazienti con sintomi persistenti di profonda astenia, mialgie, dolori ossei diffusi o localizzati sospetti per osteomalacia o con predisposizione alle cadute immotivate, ma anche nei candidati ad una terapia remineralizzante, ai pazienti potenzialmente affetti da malassorbimento, a chi assume cronicamente alcune categorie di farmaci interferenti con il metabolismo della vitamina D (quali antiepilettici, glucocorticoidi, antiretrovirali, antimicotici, colestiramina, orlistat etc.) e a chi presenta un paratormone elevato. Attualmente il livello soglia per iniziare una terapia in persone sane asintomatiche (per le quali il dosaggio sarebbe inappropriato) dovrebbe essere 10-12 ng/mL; la terapia sostitutiva dovrebbe essere iniziata al di sotto dei 20 ng/mL nei pazienti sintomatici, nei portatori di condizioni con malassorbimento e nei pazienti trattati con farmaci inibitori della vitamina D. In pazienti con osteoporosi e nelle donne gravide è preferibile la supplementazione per raggiungere il livello di 30 ng/mL.

Per quanto attiene la sicurezza va sempre considerato il rischio di ipercalcemia, soprattutto se coincide con integrazione di sali di calcio, così come è stato segnalato  il rischio di cadute o di fratture per assunzioni di dosaggi elevati. Rimandiamo alla lettura completa della nuova nota AIFA per ulteriori informazioni, mentre è disponibile una flowchart per un aiuto all'inquadramento ed alla selezione dei pazienti da avviare a terapia.