CoVid-19 e cardiopatie

Due studi svolti in Cina hanno evidenziato una associazione tra infezione da coronarovirus e peggioramento della prognosi quad vitam, ove coesistano segni di infiammazione cardiaca dimostrata da elevati livelli di troponina I ad elevata sensibilità.

Nel primo dei due studi svolto da Guo e colleghi presso il Seventh Hospital di Wuhan (Cina) sono stati osservati 187 casi di COVID-19 ricoverati tra il 23 gennaio e il 23 febbraio 2020. L’età media era 58,5 anni; il 35,3% dei pazienti aveva una malattia cardiovascolare (CVD) pregressa, il 27,8% presentava danno miocardico. 

La mortalità ospedaliera era 59,6% tra i pazienti con elevati livelli di troponina T (TnT) e 8,9% tra i pazienti con normali livelli di TnT; è stata del 7,62% tra i pazienti senza CVD e normali livelli di TnT, del 13,33% tra i pazienti senza CVD ma con TnT elevata e 69,44% tra i pazienti con CVD e TnT elevata.

I livelli di TnT mostravano una correlazione lineare con i livelli di proteina C reattiva e con quelli del frammento amminoterminale del pro-peptide natriuretico di tipo B (NT-proBNP). Nei pazienti poi deceduti, i livelli di TnT e di NT-proBNP durante l’ospedalizzazione e nell’imminenza del decesso erano significativamente più alti rispetto ai valori registrati al momento del ricovero. Nei pazienti con elevati livelli di TnT erano più frequenti le aritmie maligne, l’uso di glucocorticoidi e la ventilazione meccanica.

Nel secondo studio Shi e colleghi hanno studiato 416 casi di COVID-19 ricoverati tra il 20 gennaio e il 10 febbraio 2020 presso il Renmin Hospital di Wuhan (Cina). L’età media era 64 anni; il 19,7% dei pazienti presentava danno miocardico. Nei pazienti con danno miocardico erano più frequenti la ventilazione meccanica e le complicanze. I pazienti con danno miocardico avevano una mortalità più alta di quelli senza danno miocardico (51,2% contro 4,5%). Tra i pazienti con danno miocardico, livelli più elevati di troponina I (TnI) si associavano a tassi di mortalità più elevati.

I due lavori hanno dimostrato come il danno miocardico di tipo infiammatorio sia un fattore di rischio maggiore della preesistenza di malattia cardiovascolare pregressa e che elevati livelli di troponina I hs possono essere importanti fattori predittivi che potrebbero giustificare il ricorso a terapie più aggressive volte a ridurre il rischio di exitus.

Bibliografia:

Guo T, Fan Y, et al. Cardiovascular implications of fatal outcomes of patients with coronavirus disease 2019 (COVID-19). JAMA Cardiol. 2020 Mar 27.  doi:10.1001/jamacardio.2020.1017

Shi S, Shen B, et al. Association of cardiac injury with mortality in hospitalized patients with COVID-19 in Wuhan, China. JAMA Cardiol. 2020 March 25.  doi:10.1001/jamacardio.2020.0950