Documento intersindacale di protesta

SNAMI, SMI, SiMPeF e FEDERAZIONE CIPe-SISPe-SINSPe hanno sottoscritto un documento indirizzato al Presidente della Regione Lazio Zingaretti, all'Assessore alla Salute D'Amato, ai Direttori Generali di tutte le ASL laziali e per conoscenza al Presidente del Consiglio Conte in cui si esprime la ferma protesta dei Medici su come la Regione sta affrontando l'emergenza sanitaria in corso.

Ecco il testo del documento.

Il Governo Conte ha stanziato soldi per fronteggiare l'emergenza COVID-19. Tali fondi dovevano essere utilizzati per l'assunzione di unità speciali per fronteggiare la pandemia in essere. Le Unita' formate devono essere dotate di tutte le misure di biocontenimento adatte.

E la Regione Lazio che fa ? Compra la progettazione di una APP, a chissà quale costo, e propone l'utilizzo di strumentazioni per monitorare a distanza i pazienti in quarantena.

Noi Medici del territorio, già stiamo fornendo giornalmente questo tipo di assistenza ed in alcuni casi contattiamo i pazienti anche più volte al giorno per coloro che abbiamo ritenuto dover mettere in quarantena, con telefonate per conoscere le loro condizioni di salute e dare gli opportuni suggerimenti. Ciò ha determinato una riduzione degli accessi impropri ai Pronto Soccorso, a loro volta impegnati ad assistere i pazienti in condizioni più critiche.

Non abbiamo bisogno di APP, come quella prevista dall'Ordinanza regionale, ma riteniamo necessario che qualcuno vada, su nostra indicazione, a fare tamponi, prelievi a domicilio o altri accertamenti necessari per quei pazienti che devono essere sorvegliati, e dobbiamo cercare di non ospedalizzarli.

Non si può pretendere che i Medici di Medicina generale, nei diversi settori, ed i PLS vadano a domicilio dei pazienti critici senza idonea protezione e senza poter seguire tutte le indicazioni previste per evitare la diffusione del virus, in quanto sprovvisti di idoneo equipaggiamento.

Ci chiediamo se l'Assessore D'Amato sa cosa comporta attrezzarsi per un biocontenimento, ovvero conosce come si effettua una vestizione di protezione per recarsi al domicilio del malato e le misure da adottarsi dopo l'esecuzione della visita. Con Medici che dovessero mettersi in quarantena ed ammalarsi, con questa Ordinanza decisa senza consultare le OO.SS. della Medicina del territorio, si rischia di decapitare ancora di più l'assistenza ai cittadini del Lazio.

La Regione Lazio può accedere ai fondi stanziati dal Governo, ma li deve usare, secondo noi, in maniera appropriata.

Chiediamo conto della mancanza dei DPI da fornire in quantitativo sufficiente ai Medici, oltre ai dispositivi necessari per una giusta sanificazione degli spazi ed attrezzature utilizzate negli Studi Medici ed Ambulatori, fino ad ora recuperate in proprio dalla stessa categoria, che ne ha finito il quantitativo necessario. Se fosse attuato ciò si potrebbe svolgere l'attività professionale in assoluta sicurezza e con una giusta tutela dei pazienti con i quali veniamo a contatto. Si lamenta infine la scarsa, se non addirittura negata esecuzione dei tamponi per tutto il personale sanitario, come raccomandato dalla comunità scientifica.

I sottoscrittori del presente documento chiedono di modificare l'Ordinanza regionale n. 9 del 17/3, condividendone una versione migliorata con le categorie dei Medici interessati e sottoscrittori di questa denuncia.