Accanimento terapeutico in età pediatrica

Il Comitato Nazionale di Bioetica del Consiglio dei Ministri in data 30/1/2020 ha pubblicato una mozione sulle disposizioni di fine vita per bambini piccoli con limitate aspettative di vita. In questo documento, consultabile integralmente qui, viene sostituito il termine "accanimento terapeutico" con quello di "accanimento clinico", nel tentativo di risolvere una contraddizione tra due termini in contrasto, negativo l'accanimento, positivo il terapeutico. Questa terminologia indica quindi quell'insieme di provvedimenti che si presumono inefficaci o la prosecuzione di trattamenti divenuti di documentata inefficacia in relazione all’obiettivo di cura della persona malata o di miglioramento della sua qualità di vita (intesa come benessere) o tali da arrecare al paziente ulteriori sofferenze e un prolungamento precario e penoso della vita senza ulteriori benefici.

Se siamo di fronte a pazienti adulti consapevoli, l'accanimento clinico scaturisce da elementi soggettivi derivanti da come il paziente stesso viva la propria condizione. Più complesso il caso dei bambini piccoli che non possono esprimersi in modo autonomo né sono in grado di comunicare compiutamente la percezione soggettiva del dolore e della sofferenza. Queste situazioni diventano ancora più problematiche quando si tratta di piccoli pazienti con diagnosi e/o prognosi sicuramente infausta con aspettativa di vita limitata e che richiedono altresì trattamenti gravosi. Sono proprio questi ultimi casi, la cui valutazione complessa e a volte tragica del “beneficio complessivo” delle cure che spetterà al medico e ai genitori, ad essere l’oggetto di riflessione della presente mozione. Per quanto riguarda i bambini piccoli va riconosciuto che nella prassi l’accanimento clinico è spesso praticato perché quasi istintivamente, anche su richiesta dei genitori, si è portati a fare tutto il possibile, senza lasciare nulla di intentato, per preservare la loro vita, senza considerare gli effetti negativi che ciò può avere sull’esistenza del bambino in termini di risultati e di ulteriori sofferenze. Altre volte, invece, l’accanimento clinico viene praticato in modo consapevole, come difesa da possibili accuse di omissione di soccorso o di interruzione attiva delle cure o dei trattamenti di sostegno. Pertanto, queste pratiche cliniche vengono prestate principalmente non per assicurare la salute e il bene del paziente, ma come forma di tutela e di garanzia delle proprie responsabilità medico-legali relative all’attività svolta.

Il Comitato ha espresso dodici raccomandazioni che potete integralmente valutare nel testo scaricabile e che affrontano con prudenza e attenzione un argomento tanto delicato e ricco di risonanze emozionali evidenti e di grande impatto.