Rapporto ISTAT sulla mortalità del 2020

L'ISTAT ha pubblicato il rapporto sulla mortalità in Italia nel periodo compreso fra il 2015 ed il 2020. Nel 2020 in Italia sono morte 746.146 persone, 100.526 in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti. L’aumento complessivo è stato del 15,6 per cento con importanti variazioni a seconda del periodo analizzato e fra i dati delle singole regioni.

I dati dell’ISTAT includono sia i decessi ufficiali causati dalla COVID-19 fino al livello provinciale, sia quelli per tutte le cause, quindi tutte le persone che sono morte in Italia, fino a livello comunale. Il confronto tra il numero di morti del 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti è utile per capire quale sia stata la sovramortalità, cioè quante persone siano morte in più rispetto al passato. Sono stati registrati 75.891 decessi causati dalla COVID-19, un numero più contenuto rispetto ai 100.526 in più della media 2015/2019: questa differenza si spiega con i decessi sfuggiti al sistema di tracciamento dei contagi, in grande difficoltà nei primi mesi dell’epidemia.

Il grafico evidenzia con immediatezza l'andamento delle due ondate e quanto hanno incisa nell'aumento della mortalità rispetto al quadriennio precedente. Il periodo da febbraio alla fine di maggio del 2020 è stato caratterizzato da una rapida diffusione del coronavirus con una concentrazione dei decessi prevalentemente nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia. L’Italia ha poi vissuto una fase di transizione, durante i mesi estivi, con una trasmissione del virus piuttosto contenuta. Dalla fine di settembre il numero dei nuovi positivi è tornato ad aumentare fino alla fine di novembre, con un aumento della mortalità diffuso in molte regioni. 

A partire dalla metà di ottobre si notano gli effetti della cosiddetta seconda ondata: ci sono stati 213mila morti in tutta Italia, 52mila in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni. 

L’eccesso di decessi più accentuato si rileva nella prima ondata per gli uomini con più di 80 anni e residenti nel Nord (+74%, mentre per le donne l’aumento è stato del 62%). Durante l’ultimo trimestre del 2020, invece, l’eccesso di mortalità tra gli uomini più anziani residenti al Nord si è ridotto scendendo al 52,9% (42% per le donne).

Incrementi significativi ci sono stati anche tra gli uomini della fascia 65-79 anni residenti nelle regioni del Nord, con un aumento del 67,6 per cento nella prima ondata e del 38,3 per cento nell’ultimo trimestre del 2020. Nelle regioni del Mezzogiorno, nel trimestre ottobre-dicembre, la fascia 65-79 anni è risultata la classe di età con il maggior eccesso di mortalità (+29,8%), tanto per gli uomini quanto per le donne (rispettivamente +34,6% e +22,8%).

Per avere informazioni più dettagliate sui dati di mortalità dei singoli comuni è possibile utilizzare la mappa disponibile nel link sottoscritto, dove cliccando con il puntatore sulle singole aree, compariranno i dati relativi.

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