Raddoppiato in 25 anni il consumo di oppioidi

Un recente studio pubblicato sul Journal of Internal Medicine condotto su otto Paesi (Usa, Australia, Regno Unito, Norvegia, India, Spagna, Danimarca e Canada), con una revisione di 42 studi che, in totale, hanno incluso più di cinque milioni di pazienti, ha dimostrato come in 25 anni è raddoppiato il numero di prescrizioni di oppioidi. Prescrizioni che riguardano soprattutto il dolore cronico non oncologico, passando da una percentuale del 20% nei primi studi ad oltre il 40% negli ultimi, evidenziano come tra il 1991 ed il 2017 ad un paziente su tre è stato prescritto un trattamento con analgesici maggiori con punte del 42% in pazienti affetti da lombalgia cronica. 

 In 17 studi che descrivevano il tipo di antidolorifici oppioidi prescritti, il 24,1% di questi erano prodotti di combinazione di farmaci contenenti oppioidi forti (ad esempio ossicodone più paracetamolo), il 18,4% erano oppioidi forti (come ossicodone o morfina), l’8,5% era costituito da oppioidi deboli (come codeina o tramadolo), l’11% era costituito da prodotti a combinazione debole contenenti oppioidi (ad esempio codeina più paracetamolo). Il dottor Martin Underwood della Warwick Clinical Trials Unit spiega come sia "preoccupante che ad una persona su tre a livello globale che ha chiesto l’aiuto di un medico per il dolore non canceroso venga prescritta una droga oppioide", sconsigliandone l'uso routinario nel dolore non oncologico.