Il teleconsulto all'epoca del CoVid-19

Recentemente è apparso una articolo sul New England Journal of Medicine che conferma e rinforza quanto giornalmente vediamo sia negli studi di Medicina Generale che, sia pure per diverse motivazioni nei pronti soccorso in tutto il territorio nazionale e cioè un calo drastico degli accessi.

Diverse le motivazioni: se nell'aspetto vuoto delle sale di pronto soccorso gioca sicuramente il timore del possibile contagio nonostante siano stati creati percorsi diversificati proprio per impedire questo, il vuoto delle sale di attesa degli studi sul territorio vede motivazioni diverse, prima fra tutte la regolamentazione degli accessi per limitare il più possibile l'estensione del contagio con la incentivazione all'utilizzo del canale telematico per il disbrigo di pratiche amministrative come ad esempio il rinnovo di prescrizioni per terapie croniche e la semplificazione autorizzata dai decisori pubblici di percorsi più snelli come la possibilità di invio del solo NRE al posto del promemoria per la dispensazione di farmaci o la possibilità di erogare anche con ricette dematerializzate i farmaci in regime DP (dispensazione per nome e per conto) sia pure con andamento a macchia di leopardo nelle varie Regioni.

Tali provvedimenti a livello del territorio hanno sicuramente portato ad un decongestionamento delle nostre sale di attesa troppo spesso invase da pazienti con motivazioni a volte non comprensibili dal punto di vista clinico o anche per meri atti burocratici come il rinnovo delle prescrizioni. Tale andamento non è solo fenomeno italiano, come riportato nell'articolo suddetto "Rapidly Converting to “Virtual Practices”: Outpatient Care in the Era of Covid-19" da cui è tratta l'immagine successiva che dimostra il crollo degli accessi in studio e l'incremento dei teleconsulti a partire dal 13 marzo.

Certo è difficile paragonare la situazione italiana con quella americana, basti considerare che secondo ISTAT 1/3 della popolazione italiana non ha accesso a tecnologie digitali. Senza dubbio però da questo gap, da questi dati e dalla osservazione delle sale d'attesa vuote per rimeditare un sistema di assistenza di base che può giovarsi molto da uno sviluppo del teleconsulto come integrazione e non mera sostituzione dell'atto medico che richiede ovviamente passaggi non delegabili a tastiere o webcam.

In questo momento in cui si comincia a discutere sia pure in termini temporali incerti sulla cosiddetta fase 2, si sono avviate sperimentazioni e servizi dedicati al teleconsulto: un servizio offerto gratuitamente dalla società Pagine Mediche s.r.l. e di cui pubblichiamo la schermata promozionale.