Non si muore di solo coronavirus

Sembra una banale affermazione, ma in questo  momento in cui tutte le strutture sanitarie sono sotto pressione anche una semplice appendicite acuta può essere un serio pericolo. Peggio ancora se prendiamo in considerazione eventi maggiori di tipo cardiovascolare, come l'infarto miocardico o l'ictus. Recenti osservazioni hanno evidenziato un calo degli accessi al PS in queste circostanze per il timore dei soggetti di accedere a strutture dove potrebbero infettarsi. In questo momento invece bisogna alzare la guardia ancora di più proprio in considerazione del fatto che molte comorbidità aumentano esponenzialmente il rischio di eventi letali o comunque di un andamento grave della malattia in soggetti già compromessi.

L'infarto miocardico, ad esempio, aumenta di 6 volte il rischio. «È importante, pur in un momento storico di emergenza sanitaria e in cui è bene recarsi il meno possibile al pronto soccorso per evitare possibilità di contagio, ricordarsi che i cardiopatici restano comunque a rischio, soprattutto quelli affetti da cardiopatia ischemica e insufficienza cardiaca» ha affermato Fabrizio Oliva dell'ospedale di Niguarda. Sembra che un cardiopatico su 2 stia evitando i controlli proprio per paura di contrarre il coronavirus, quando «pur nella situazione sanitaria complicata in cui ci troviamo sono stati mantenuti i giusti percorsi protetti per i pazienti affetti da problemi cardiologici acuti che necessitano di assistenza in urgenza. In tutta Italia sono regolarmente attive le reti per l'infarto». Da sottolineare anche l'osservazione che il virus spesso provoca una miocardite infiammatoria in grado di aumentare esponenzialmente il rischio di eventi maggiori.